Giampaolo Bottoni: 20100307
In rete: www.elegio.it/mc2/maxwell-generale-1.html
Vedere anche: www.elegio.it/mc2/Ricci-Riemann-1.html

Avvertenze:

Data la difficoltà, in HTML, di rappresentare espressioni nelle normali notazioni matematiche, adotto qui convenzioni già note nel calcolo tensoriale ma facendo ricorso a simboli che trovo meno equivocabili. Per indicare la derivata covariante antepongo all'indice il carattere ":" mentre per indicare la derivata parziale ordinaria ( che non richiede l'uso dei simboli di Christoffel ) antepongo all'indice il carattere "/". Una scelta più tradizionale sarebbe stata quella di usare il punto e virgola per la derivata covariante e la virgola per la derivata ordinaria ma dato che uso già la virgola per separare gli indici... non avrei potuto adottare queste convenzioni più conosciute ma anche più equivocabili.
Dunque, per esempio, data una funzione scalare U funzione del vettore posizione xa, il gradiente della funzione scalare va indicato nel seguente modo:

U/aU
xa

Come esempio di derivata covariante uso quella applicata ad un generico vettore covariante che indico con Vb. Va ricordato che la derivazione di un vettore, a differenza di quella di uno scalare come U, in coordinate non cartesiane necessita dell'uso dei simboli di Christoffel.

Vb:a =   Vb/a − Γ m,b,a·Vm  =  V
xa
− Γ m,b,a·Vm

Ricordo qui le definizioni di tensore metrico covariante e di simbolo di Christoffel di prima e seconda specie:

ds2 = gh,k·dxh·dxk
Γc,b,a = ( −gb,a/c + gc,a/b + gb,c/a ) / 2
Γc,b,a = gc,k·Γk,b,a
Γc,b,a = gc,k·Γk,b,a

La definizione di simbolo di Christoffel di prima specie, scritta in modo più esplicito diventa quindi:

Γc,b,a = 1
2
· ( − gb,a
xc
 +  gc,a
xb
 +  gb,c
xa
)

Equazioni di Maxwell in coordinate curvilinee

Il tensore del campo elettromagnetico Fa,b è un tensore antisimmetrico che soddisfa le seguenti equazioni differenziali (notare il dettaglio : per evidenziare le operazioni di contrazione quando saturo indici uso i caratteri i,j,k,m... mentre per gli indici non saturati uso i primi caratteri dell'alfabeto ossia a,b,c,d... ) :
[1]
Fa,b = Fb,a
Fa,b:c + Fb,c:a + Fc,a:b = 0
F a,i:i = μ0·j a

Si è qui usato il Sistema Internazionale per cui μ0 è detta la permeabilità magnetica del vuoto e vale esattamente:

μ0 = 4·π/107 1.256637 ·10−6

Dato che deve valere la relazione:

ε0·μ0·c2 = 1

essendo c = 299792458 = 2·7·73·293339 [m/s] ne consegue che

ε0 ≈ 8.85418781762 ·10−12

Con j a si è indicato il vettore controvariante della quadricorrente.
Il campo elettromagnetico può essere considerato ottenuto derivando opportunamente un vettore, detto vettore quadripotenziale Aa, secondo la formula:
[2]
Fa,b = Ab:a Aa:b

Consideriamo, come esempio, un importante caso particolare ossia il caso di una carica elettrica stazionaria nel sistema di coordinate sferico caratterizzato dalla seguente metrica:

g0,0 = c2
g1,1 = −1
g2,2 = −( x1 )2
g3,3 = −( x1·sin( x2 ) )2
ga,b = 0 ; ( se a ≠ b )

Notate che in questa metrica il significato fisico delle coordinate è il seguente:

[ x0, x1, x2, x3 ] = [ t, r, θ, φ ]

Una importante quantità è il modulo del determinante del tensore metrico covariante, solitamente indicato con |g|. Nel caso della geometria sferica nello spazio piatto questa quantità vale:

|g| = c2·( x1 )4·sin( x2 )2

Il potenziale elettrostatico creato da una carica nell'origine, nel caso dello spazio piatto in coordinate sferiche vale:

A0 = Q/( 4·π·ε0·x1 ) ; A1 = A2 = A3 = 0

dove Q, misurata in Coulomb, rappresenta la carica della particella posta nell'origine.
In versione controvariante il potenziale quadrivettore diventa:

A0 = Q/( 4·π·ε0·c2·x1 ) ; A1 = A2 = A3 = 0

Si noti che è corretto scrivere, in alternativa:
A0   =   Q 
4·π·ε0·c2·x1
 =   Q · μ0
 4·π·x1
A0   =   Q 
4·π·ε0·x1
 =   Q · μ0 ·c2
 4·π·x1

Noto il potenziale quadrivettore si calcola il tensore covariante del campo elettromagnetico applicando la [2] e pertanto le uniche due componenti non nulle ( e di segno opposto ) sono:

F1,0   =   Q 
4·π·ε0·( x1 )2
 =  −F0,1 

La versione controvariante del tensore elettromagnetico possiede anche lei due sole componenti non nulle ovvero:

F 1,0   =  −  Q 
4·π·ε0·c2·( x1 )2
 =  −F 0,1 

L'arbitrarietà della scelta del vettore quadripotenziale viene normalmente limitata imponendo la così detta condizione di gauge di Lorentz ossia la seguente condizione di calibrazione:
[3]
Ai:i = 0

Si può semplificare questa equazione utilizzando, in luogo della derivata covariante ( indicata dal simbolo ":" anteposto all'indice ), la derivata ordinaria ( indicata dal simbolo "/" anteposto all'indice ) utilizzando il modulo del determinante del tensore metrico covariante ossia |g|. Vedere in www.elegio.it/mc2/Ricci-Riemann.html l'espressione della divergenza di un vettore. La condizione di calibrazione applicata a qualunque sistema di coordinate curvilinee diventa:
[3a]
( |g|½ · Ai) /i = 0

o, se si preferisce:
[3b]
2 ·Ai/i + (log(|g|))/i·Ai = 0

L'espressione [2] si basa sulla derivata covariante e dunque è manifestamente una equazione tensoriale, tuttavia è facile vedere che non risulta necessario calcolare i simboli di Christoffel per cui basta usare la derivata ordinaria. Se infatti scriviamo l'espressione della derivata covariante di un vettore covariante abbiamo:
[4]
Aa:b = Aa/b Γi,a,b·Ai
Ab:a = Ab/a Γi,b,a·Ai

ed essendo Γi,a,b = Γi,b,a è facile vedere che le equazioni di Maxwell assumono la seguente forma decisamente più semplice:
[5]
Fa,b = Ab/a Aa/b
F a,i:i = μ0·j a

Con un ulteriore ritocco è possibile evitare l'uso esplicito dei simboli di Christoffel. Infatti la divergenza di un tensore doppio antisimmetrico E a,b = E b,a , detto |g| il valore assoluto del determinante del tensore metrico, vale :
[6]
E a,i:i = |g|½ ·( E a,i·|g|½ )/i

Pertanto le equazioni di Maxwell possono essere scritte anche nel seguente modo:
[7]
Fa,b = Ab/a Aa/b
( |g|½ · F a,i )/i = μ0·|g|½ ·j a

Questa formula ha una notevole rilevanza pratica per chi voglia usare coordinate curvilinee anche limitandosi a considerare spazi pseudoeuclidei.
Data la sua importanza cruciale, esprimo qui per esteso, ossia in modo prolisso, questa equazione tenendo solo conto del fatto che il tensore, essendo antisimmetrico, ha termini diagonali nulli per definizione:
[7a]
∂ |g |½·F0,1
x1
+ ∂ |g |½·F0,2
x2
+ ∂ |g |½·F0,3
x3
= μ0·|g|½ ·j 0
∂ |g |½·F1,0
x0
+ ∂ |g |½·F1,2
x2
+ ∂ |g |½·F1,3
x3
= μ0·|g|½ ·j 1
∂ |g |½·F2,0
x0
+ ∂ |g |½·F2,1
x1
+ ∂ |g |½·F2,3
x3
= μ0·|g|½ ·j 2
∂ |g |½·F3,0
x0
+ ∂ |g |½·F3,1
x1
+ ∂ |g |½·F3,2
x2
= μ0·|g|½ ·j 3

A questo punto facciamo una importante osservazione. Supponiamo che la radice del determinante del tensore metrico covariante abbia la seguente espressione:

|g|½ = c·( x1 )2·| sin( x2 ) |

ovvero, avendo posto: [ x0, x1, x2, x3 ] = [ t, r, θ, φ ]

|g|½ = c·r2·| sin( θ ) |

Questo fatto si verifica non solo quando si usano le coordinate sferiche nello spazio piatto ossia in relatività speciale, ma anche quando nell'origine c'è un buco nero di Schwarzschild ossia uno spazio caratterizzato dalla seguente metrica diagonale ( vedere l'Hobson, Efstathiou, Lasenby, ISBN 9780521829519 a pag.205 ):

g0,0 = c² − c²·μ r
g1,1 = r2·μ − r
g2,2 = − r2
g2,2 = − ( r · sin (θ ) )2

dove si è posto:

μ = G·Mc²

dove M è la massa del buco nero espressa in [kg] mentre G è la costante di gravitazione universale newtoniana che vale all'incirca G = 6.67428e-11 [m³/(kg·s²)]. Per avere qualche ordine di grandezza si tenga presente che la massa del Sole è circa 1.9891e30 [kg] e la Terra ha una massa 332946 volte inferiore di quella del Sole.

Notiamo allora che la radice del valore assoluto del determinante ossia |g|½; dipende da r² ma allora se F0,1 è proporzionale ad 1/r² ed è l'unico componente non nullo del tensore elettromagnetico ( oltre che ovviamente F0,1 = − F1,0 ) allora |g|½·F0,1 non dipende da r e pertanto la [7a] viene soddisfatta ovunque tranne ovviamente che nell'origine se lì è posta la carica elettrica che genera il campo elettromagnetico.
Questa caratteristica è ulteriormente generalizzabile ed è una proprietà fondamentale del campo elettromagnetico generato da una carica posta nel buco nero stesso.

Anche se poco esperti di calcolo tensoriale bisogna comunque sapere come alzare o abbassare gli indici ossia come passare da vettori o tensori covarianti ai corrispondenti vettori controvarianti o viceversa. Nel caso specifico bisogna sapere calcolare:
[8]
Fa,b = ga,i·gb,k·Fi,k

Dove ga,b è il tensore metrico in forma controvariante ossia la matrice inversa del tensore metrico ga,b in forma covariante. Calcolare a mano l'inversa di una matrice di ordine quattro è ancora umanamente fattibile anche se in questi casi chiunque capisce l'utilità di un calcolatore elettronico piccolo o grande che sia. Il peso computazionale è sopportabile manualmente se il tensore metrico è diagonale perché ovviamente l'inversa di una diagonale si fa invertendo ogni elemento ed il determinante g è il prodotto degli elementi diagonali del tensore covariante. Per avere un tensore metrico diagonale occorre avere un sistema di coordinate ortogonali e questo limita molto la scelta del sistema di coordinate utilizzabile. Ma disponendo di adeguata potenza di calcolo perché limitarsi ai soli sistemi di coordinate ortogonali ? Le formule sono note e... almeno formalmente, semplici.

Un tensore di rilevante interesse pratico, ottenibile quando è noto il tensore elettromagnatico o il quadripotenziale elettromagnetico, è il tensore energia-impulso ( Electromagnetic stress-energy tensor citato, in unità SI, dall' Hobson++ , a pag. 297, formula 12.31 ). Vale:
[9]
Ta,b = ( gi,k·Fa,i·Fb,k ga,b·F i,k·Fi,k /4 )/μ0

Una proprietà importante di questo tensore simmetrico è di avere traccia nulla. Espresso in forma mista innalzando il secondo indice, si ha:
[9a]
Ta,b = ( Fa,i·Fb,i δa,b ·Fi,k·Fi,k /4 )/μ0

Da questa espressione si deduce immediatamente che:
[9b]
T = Ti,i = 0

L'equazione del campo gravitazionale nella teoria di Einstein, in forma generale può essere scritta nel seguente modo:
[10]
Ra,b = ( 8·π·G/c4 )· ( T·ga,b/2 Ta,b )

dove Ra,b è il tensore di Ricci.
Posto per comodità ( essendo G = 6.67428e-11 [m^3/(kg*s^2)] la costante di gravitazione universale e c = 2.99792458e8 [m/s] la velocità della luce ):
[10a]
κ = 8·π·G/c4 = 2.07664e-43 [s^2/(kg*m)]

( notare che κ ha le dimensioni dell'inverso di una forza, una forza veramente... cosmica ) si vede che, in presenza del solo campo elettromagnetico, l'equazione di Einstein diventa:
[10b]
Ra,b = κ·Ta,b

Il fatto che il tensore di Ricci sia così poco influenzato dal tensore energia impulso... non vuol dire che questa dipendenza non esista ! Ovviamente diventa fisicamente sperimentabile a livello astrofisico ma ... esiste ovunque c'è non solo materia ( forma molto concentrata di energia ) ma anche energia, la pur piccola energia di un singolo fotone ( occorre ragiornale alla scala della lunghezza di Planck ossia 1.6e-35 [m] ) ...

Potenziale di Maxwell in coordinate curvilinee ( e/o spazi relativistici )

In assenza di cariche elettriche la divergenza del campo elettromagnetico è nulla ossia:
[11]
F a,i:i = 0

In letteratura questa equazione viene scritta in questo modo perché si ha la tendenza ad esprimere la derivata covariante in forma ...covarante, come viene definita in modo, si potrebbe dire, spontaneo. Nel calcolo tensoriale però è lecito alzare ed abbassare gli indici a piacere avvalendosi del tensore metrico per cui è lecito esprimere la condizione di annullamento della divergenza facendo uso della derivata covariante scritta in forma controvariante. Pertanto posso anche scrivere:
[11a]
Fa,i:i = 0

Ma il campo elettromagnetico è legato al quadrivettore potenziale elettromagnetico dalla relazione [2] ossia:
 
Fa,b = Ab:a Aa:b

per cui, in assenza di cariche elettriche si ha:
[12]
Ai:a:i Aa:i:i = 0

A questo punto si consideri la regola di commutazione delle derivate covarianti di un vettore covariante. Entra in gioco il tensore di Riemann ovvero si ha:
[13]
Aa:b:c Aa:c:b = Ak·Rk,a,b,c = Ak·Rk,a,b,c

Procedendo...molto lentamente... alzo l'indice c ed ottengo dunque:
[13a]
Aa:b:c Aa:c:b = Ak·Rk,a,b,c

Contraendo a con c ( e indicando con i l'indice da contrarre) si ha:
[13b]
Ai:b:i Ai:i:b = Ak·Rk,i,b,i

Ma la contrazione del tensore di Riemann produce o il tensore identicamente nullo o il tensore di Ricci ( a meno del segno ). In particolare si ha:
[13c]
Rk,i,b,i = Rk,b

e dunque:
[13b]
Ai:b:i Ai:i:b = Ak·Rk,b

Se utilizziamo questa relazione nella [12] otteniamo:
[14]
Ai:i:a Ak·Rk,a Aa:i:i = 0

A questo punto teniamo presente che il quadrivettore potenziale elettromagnetico deve anche soddisfare la condizione di calibrazione di Lorentz per cui Ai:i = Ai:i = 0 e pertanto il primo termine scompare per cui si ha:
[15]
Aa:i:i = Ai·Ri,a

Studiando il moto di un singolo fotone, anche in presenza di un grosso campo gravitazionale, possiamo sempre trasformare la metrica in modo che, localmente, ossia dove sta il fotone, lo spazio sia piatto ovvero pseudoeuclideo.... attorno al fotone stesso. Il fotone però, per il solo fatto di possedere energia ossia di avere un tensore energia impulso non nullo, incurva lo spazio secondo la legge di Einstein per cui, applicando la [10b] si ha questa equazione non lineare:
[16]
Aa:i:i = κ·Ai·Ti,a

Se trascuriamo il termine a secondo membro, vista la piccolezza della costante κ otteniamo la solita, classica equazione d'onda ossia il l'Alembertiano del potenziale vettore vale zero.
Se però trattiamo rigorosamente questa equazione abbiamo un sistema di equazioni non lineari la cui non linearità è però ristretta attorno all'onda fotonica e sorge allora una ovvia domanda: quali saranno le soluzioni rigorose di questa equazione ed esisteranno soluzioni solitoniche ?