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Diritto di voto ai minorenni per delega ai loro tutori

Premetto la descrizione del meccanismo ( solo abbozzato ) che dovrebbe consentire, in democrazia, la tutela a livello politico degli interessi dei minorenni.
  • Ogni minore, fino a quando resta tale, ossia fino al raggiungimento della maggiore età, è titolare di due semivoti delegati automaticamente ai suoi tutori ossia, di norma, ai tutori naturali ossia al padre e alla madre. In mancanza di uno dei tutori legali ( ad esempio in caso di morte di uno dei tutori naturali ) entrambi i semivoti sono delegati al tutore unico.
  • Ogni tutore non può fare valere più di due semivoti. Gli eventuali semivoti in eccesso diventano attivi mano a mano che i semivoti di delega attivi decadono in seguito a qualsiasi ragione ovvero, di solito, al raggiungimento della maggiore età del minore attivamente tutelato.
  • La "rivoluzionarietà" di questa proposta è limitata al fatto che, di norma, il voto politico non consente deleghe. Ovviamente la possibilità di delega permetterebbe brogli elettorali o la nascita di un torbido mercato del voto.
    A parte questo aspetto innovativo non vedo quale ragione possa addursi nel negare ad un individuo il diritto di esprimere democraticamente il proprio voto ( se i minorenni sono, come spero, da considerarsi esseri umani e cittadini come gli adulti ).
    Ritengo, ad esempio, che il diritto al voto non sia correlabile alla capacità di votare in modo corretto ovvero a favore dei propri VERI interessi o dei propri principi ideali o morali. Se infatti fossero ammessi al voto solo le persone in grado di votare con competenza e capacità di perseguire l'effetto voluto, dovrebbero venire costituite delle adeguate commissioni esaminatrici in grado di concedere il diritto di voto solo ai capaci. In pratica il conseguire il diritto al voto sarebbe simile al superare un esame per la patente di guida. Ovviamente questo è inaccettabile e non democratico... e spero che almeno su questo non ci sia dissenso...
    In democrazia, almeno a mio parere, l'elettore che vota esprime leggittimamente il suo gradimento sul modo in cui lo Stato è stato diretto. Il voto è dunque il giudizio, ovviamente soggettivo, sulla validità del governo e sulla capacità dei parlamentari di aver saputo tutelare gli interessi, i principi, gli ideali dell'elettore.
    Vorrei espressamente e pedantemente rigettare il principio che solo i forti abbiano diritto al voto; accettare questo principio vorrebbe infatti dire, per esempio, negare il voto a vaste categorie ossia, per esempio, alle donne ( meno muscolose degli uomini... salvo notevoli eccezioni ) o agli analfabeti, meno informati di chi sa leggere ( salvo notevoli e rilevanti eccezioni ).
    Gli interessi economici e culturali dei minorenni, in una società civile, vengono normalmente tutelati dai tutori che, per istinto naturale, sono maggiormente interessati al loro benessere: la madre ed il padre. In una società civile i genitori non possiedono i propri figli ma li curano con amore al fine di crescerli ed inserirli nella società.
    In una democrazia però, al di là delle alchimie del sistema elettorale, sono i voti a pesare e a determinare l'indirizzo politico dello Stato. In questo contesto democratico dunque, attualmente, gli interessi dei minori non possono essere tutelati perchè nessuno, neppure i genitori, possono farsi difensori degli interessi dei giovanissimi che non hanno diritto di votare.
    Purtroppo i giovani non possono lottare politicamente per la difesa dei loro interessi politici perché non ne hanno la forza e la capacità e i genitori, fino ad ora, non mi sembra che abbiano capito l'importanza del voto politico a difesa degli interessi dei loro figli ( quei figli che essi pure amano e difendono come possono da ogni male possibile... dimenticandosi degli attacchi di natura politica ).
    Naturalmente una critica facile alla proposta di dare modo, almeno per delega, ai minorenni di far valere i loro interessi politici è quella che è servita per negare il voto alle donne: ma come, non bastano già i cittadini maggiorenni, tutti pronti a tutelare amorevolmente gli interessi dei minori ? A MIO PARERE NON BASTANO... come non bastava il naturale amore degli uomini per le loro donne a tutelare gli interessi delle donne... prive del diritto al voto.
    Il principio che un maggiorenne non possa essere delegato ad esprimere più di due semivoti nasce dal desiderio di evitare brogli elettorali. Il fatto che un maggiorenne potrebbe essere tutore, in quanto genitore naturale o adottivo, di diversi minori potrebbe portare al verificarsi di casi limite di accaparramento dei semivoti. Il porre il limite a due soli semivoti per maggiorenne vuole anche sottolineare l'importanza di mirare ad uno sviluppo demografico responsabile ed equilibrato che favorisca non l'incremento della popolazione ma solo il mantenimento inalterato della numerosità dei cittadini.
    Mi rendo conto che la mia proposta di dar voce politica ai minorenni è utopica. Chi mai, in Italia, in una società che invecchia costantemente, vorrà farsi paladino dei diritti degli ultimi arrivati ? Eppure nessuno sembra rendersi conto del suicidio della popolazione residente in Italia, quella residente almeno da qualche generazione. Un indice di natalità di 1.4142 figli a donna ( superiore a quello rilevabile in Italia) consente facili calcoli mnemonici perchè 1.4142 è la radice quadrata di 2 il che vuol dire che ogni due generazioni la numerosità della generazione è dimezzata. Se in un secolo si avvicendano quattro generazioni questo vuol dire che alla fine del secolo gli italiani di antiche origini saranno un quarto di quelli attuali. Siamo sicuri che, nel quadro di una globalizzazione etnica massiccia, i governi non continueranno a fare alcunché per stabilizzare la costante decrescita dei nativi ? La popolazione in Italia non diminuirà certo, visto l'appetibilità del territorio e le forti spinte demografiche dei popoli sottosviluppati, ma perché disinteressarsi così della popolazione degli autoctoni ? Tra tutta la popolazione credo che i più responsabili e motivati ad evitare l'estinzione siano coloro che hanno, o intendono avere, nel corso della loro esistenza, una coppia di figli per coppia. Sono i più responsabili nel non volere né una espansione demografica deleteria né l'estinzione del loro DNA biologico e, probabilmente e per me fatto ben più grave, della loro stessa cultura ossia del loro DNA culturale.
    Ma come è possibile dare armi politiche a questi individui non votati all'estinzione se prevarranno coloro che puntano all'interesse del momento ossia all'importazione ( su base volontaria...non siamo ancora allo schiavismo ) di braccia umane già pronte all'uso e dunque molto meno costose delle braccia allevate localmente e faticosamente dalla popolazione autoctona ? La globalizzazione vuol dire, per questi sfruttatori del mercato mondiale, non solo un libero mercato delle merci ma anche delle braccia: allevare un italiano costa, importare un lavoratore ( anche solo semipronto all'uso ) invece costa pochissimo e c'è il vantaggio di poterlo impiegare nei lavori più servili e di sfruttarlo più facilmente perchè sradicato e disinformato dei suoi diritti... Come dare forza politica a coloro che, a coppia, vogliono due figli e, se nati, vogliono che lo Stato spenda adeguatamente per allevarli bene ?
    Bisogna che i minorenni abbiano diritto al voto per delega e che la delega vada a chi ama i propri figli ed ami, incarnata in loro, l'Italia futura.

    Giampaolo Bottoni
    5 dicembre 2007